Tra le caratteristiche che accompagnano la degradazione cartilaginea nell’artrosi vi sono le modifiche strutturali dell’osso subcondrale. Queste modifiche sono state ampiamente descritte in numerosi studi clinici e includono:
- Sclerosi dell’osso con ridotta mineralizzazione
- Formazione di osteofiti
- Cisti subcondrali
- Sviluppo di lesioni al midollo osseo
I cambiamenti e il rimodellamento dell’osso sono la conseguenza dell’alterata espressione di geni che regolano l’attività delle cellule dell’osso, ovvero gli osteoclasti, gli osteoblasti e gli osteociti.
Data l’evidenza di una importante comunicazione tra la cartilagine articolare e l’osso sottostante, l’alterazione dei processi che avvengono a livello dell’osso subcondrale può riflettersi nel tessuto cartilagineo e quindi giustificare la scelta dell’osso subcondrale nel trattamento dell’OA.
OSSO SUBCONDRALE
Data l’evidenza di una importante comunicazione tra la cartilagine articolare e l’osso sottostante, l’alterazione dei processi che avvengono a livello dell’osso subcondrale può riflettersi nel tessuto cartilagineo e quindi giustificare la scelta dell’osso subcondrale nel trattamento dell’OA.
OSSO SUBCONDRALE
Data l’evidenza di una importante comunicazione tra la cartilagine articolare e l’osso sottostante, l’alterazione dei processi che avvengono a livello dell’osso subcondrale può riflettersi nel tessuto cartilagineo e quindi giustificare la scelta dell’osso subcondrale nel trattamento dell’OA.
I cambiamenti microstrutturali dell’osso nell’OA
La microstruttura dell’osso subcondrale nell’OA è diversa da quella dell’osso non artrosico. Sono state evidenziate per esempio un aumento delle trabecole e una diminuzione dello spazio trabecolare nell’OA. In generale, le modificazioni dell’osso subcondrale avvengono in parallelo alla degradazione cartilaginea.
Una modifica importante che avviene sia nelle fasi precoci dell’OA che in quelle tardive, riguarda le lesioni midollari ossee che possono essere messa in evidenza solo alla risonanza magnetica (RM). Nonostante non siano state ancora ben descritte e caratterizzate, queste lesioni si sviluppano principalmente in zone di carico. Dal punto di vista clinico la loro presenza sembra avere un valore predittivo della degenerazione articolare e costituisce un fattore di rischio per i pazienti di essere sottoposti ad artroprotesi. È stato dimostrato che le lesioni midollari dell’osso sono dinamiche, ovvero possono aumentare di grandezza o diminuire nel tempo o anche scomparire. Il loro aumento è stato associato ad una aumentata perdita di tessuto cartilagineo e ad aumento del dolore.
Il rimodellamento osseo nell’OA
Il rimodellamento dell’osso nell’OA avviene già nelle fasi precoci della malattia dove la velocità di formazione di nuovo osso aumenta di circa tre volte rispetto ai valori normali. Questo processo porta alla riduzione dello spessore del piatto subcondrale.
L’aumento del rimodellamento osseo negli stadi precoci dell’OA può causare alterazioni della forma delle articolazioni e della trasmissione del carico, portando ad una progressiva perdita di cartilagine.
Questi eventi, che sono stati studiati sia nell’uomo che nell’animale, non sono tuttavia sufficienti a determinare se l’associazione tra perdita di osso subcondrale e danno cartilagineo abbia un ruolo patogenetico o semplicemente rappresenti modificazioni indipendenti che avvengono durante lo sviluppo dell’OA.
Gli stadi avanzati dell’OA sono caratterizzati da quattro processi:
- ridotto turnover dell’osso
- sclerosi sub condrale
- addensamento della cartilagine calcificata e assottigliamento delle trabecole.
Si assiste ad una diminuzione del riassorbimento osseo senza ridotta formazione. In questi stadi di malattia sebbene l’erosione della superficie della regione sub condrale diminuisca di circa il 65%, la formazione dell’osso è ridotta del solo 20% risultando in un bilancio che favorisce la formazione dell’osso.
Le cellule coinvolte nel rimodellamento osseo
A livello cellulare, il rimodellamento osseo dipende dall’azione degli osteoclasti che riassorbono l’osso e degli osteoblasti che sono le cellule deputate alla sua formazione. Le attività di entrambi questi tipi cellulari sono regolate dagli osteociti che sono immersi nella matrice del tessuto osseo.
Gli osteociti sintetizzano una serie di molecole implicate nel differenziamento degli osteoclasti, tra cui il RANKL (attivatore del recettore del ligando del fattore nucleare kB), e nella regolazione della formazione dell’osso, tra cui la sclerostina.
Gli osteociti, la cui morfologia appare alterata nell’OA, esercitano quindi una importante influenza nel metabolismo dell’osso.
L’osso subcondrale come bersaglio terapeutico nell’OA
Sebbene il ruolo preciso nell’OA rimanga indefinito, le modifiche dell’osso subcondrale avvengono in modo parallelo alla progressione dell’OA. Il compartimento subcondrale potrebbe rappresentare pertanto un target per rallentare o prevenire la progressione della malattia.
In alcuni modelli animali è stato osservato che i bifosfonati (farmaci in grado di inibire il riassorbimento osseo) sono in grado di inibire il riassorbimento dell’osso subcondrale e lo sviluppo dell’OA. Altri studi hanno dimostrato che la calcitonina (ormone in grado di inibire l’attività degli osteoclasti) e l’osteoprotegerina (fattore di inibizione dell’osteoclastogenesi) riducono l’agressività della malattia.
Questi effetti non sono stati tuttavia confermati negli studi clinici condotti in pazienti con OA e rimangono controversi. Ulteriori studi saranno quindi necessari per stabilire se l’osso subcondrale possa rappresentare un potenziale bersaglio nel trattamento dell’OA.
Riferimenti bibliografici utili:
Burr DB, Gallant MA. Bone remodelling in osteoarthritis. Nat Rev Rheumatol 2012;8:665-73.
Findlay DM, Atkins GJ. Osteoblast-chondrocyte interactions in osteoarthritis. Curr Osteoporos Rep. 2014;12:127-34.
Favero M, Ramonda R, Goldring MB, Goldring SR, Punzi L. Early knee osteoarthritis. RMD Open. 2015;1(Suppl 1):e000062.
Francesca Oliviero, Ricercatrice in Reumatologia;
Paola Frallonardo specialista in Reumatologia;
Cattedra e UOC di Reumatologia, Direttore prof. Leonardo Punzi;
Dipartimento di Medicina, Università di Padova;
Condividi
Invia quesito / commento
*
Gentile esperto,alla voce alimentazione ,per reperire condroitina e glucosamina,non e visibile sul sito,volevo sapere che cibi assumere,grazie buon lavoro.
Per ritrovare il benessere delle nostre articolazioni , è molto importante curare l’alimentazione per disinfiammare, riducento o eliminando completamente quelli che tendono a infiammare e distruggere le cartilagini. Occorre poi individuare anche i giusti condimenti: sono particolarmente indicati l’olio extravergine di oliva e l’olio di semi di lino (quest’ultimo solo a freddo). È meglio evitare invece l’aceto di vino (aumenta lo stato di acidosi che danneggia le articolazioni), privilegando l’impiego dell’aceto di mele. Sono utili le spezie e, in particolre, lo zenzero (favorisce l’eliminazione di scorie e tossine causa di stati infiammatori) e la curcuma (dalla potente azione antiossidante). Vediamo i sette alimenti veramenti utili per le articolazioni: banana, avena,cipolle, mele, papaya,salmone, thè verde.
Ferdinando Priano
Specialista in Ortopedia e traumatologia
professore università di Genova
Gentilissimo dott può spiegarmi il referto della risonanza alle spalle? Artrosi Acromion-claveare con presenza di ostefitosi a livello della superficie inferiore dell’acromion che entra in contatto con il tendine del sovraspinato. Quest’ultimo presenta un esteso focolaio di tendinosi in sede pre inserzionale con associata a iniziale riduzione in altezza dello spazio subacromiale, sottile distenzione fluida della borsa subacromion deltoidea ed una cavitazione nodulare in sede subcondrale a livello del trochite. Iniziale tendinosi a carico delle restanti componenti della cuffia dei rotatori e del capo lungo del bicipide. Aspetto irregolare su base degenerativa delle superficie articolari omerali e del labbro glenoideo, caratterizzato da una fissurazione livello del quadrante antero superiore in corrispondenza del quale coesiste anche aspetto ispessito edematoso del legamento gleno-omerale superiore. La ringrazio
si tratta di un quadro di patologia articolare complessa che interessa sia la componente tendinea che quella articolare cartilaginea. il quadro è riferibile ad usura e a sovraccarico funzionale della spalla ed è importante in relazione alla sua età. E’ chiaro che se lei ha più di 60 anni il quadro è compatibile con l’età. se è più giovane il quadro è sicuramente più grave.
Prof. Ferdinando Priano
Specialista in Ortopedia e traumatologia
professore università di Genova
Gentile dottore,
sono una donna di quasi 43 anni che a partire da un dolore all’anca sinistra, ha avviato approfondimenti che hanno portato, in sede di risonanza magnetica, al referto seguente di cui le chiedo gentilmente delucidazioni (spero che il livello di gravità non sia tale da supporre un intervento):
Lievi segni di degenerazioni artrosiche sono evidenti in corrispondenza di entrambi le articolazioni coxofemorali.
A livello della testa femorale di sinistra è evidente una alterazione del profilo corticale della testa femorale
associato ad area di sofferenza dell’osso subcondrale con conseguente sostituzione con formazione ed intensità di
segnale similcistica di 14 ,associata ad irregolarità del profilo superiore. nella norma risulta il profilo acetabolare.
tali esiti sono compatibili verosimilmente con esiti di pregressa sofferenza di osteonecrosi della testa femorale.
si tratta di una di quelle cisti ossee da sofferenza
cartilaginea che sono l’anticamenra dell’artrosi. in considerazione
della sua età le consiglio di attivarsi per iniziare trattamenti di
salvataggio della sua articolazione che prima o dopo potrebbe essere
curata solo con chirurgia. esistono molte terapie non invasive che
possono darle beneficio e che potrà consigliarle il suo ortopedico o
fisiatra di fiducia
Prof. Ferdinando Priano
Specialista in Ortopedia e traumatologia
professore università di Genova
Buongiorno gentile esperto volevo sapere cosa significa coxartrosi a sinistra ove si apprezza una minuta sofferenza osteocondrio -subcondrale al bacino la ringrazio x la gentile risposta
Per coxartrosi si intende una deformità dell’articolazione dell’anca che perde le sue caratteristiche anatomiche, in particolare di sfericità della testa femorale e concavità del bacino definita cotile. Di solito l’artrosi colpisce prima la testa del femore che diventa ellittica e non più congruente con il cotile, la fase successiva si evidenzia con la deformità del cotile che diventa sfuggente o affondato con formazione di escrescenze ossee definite osteofiti che aumentano la zona di attrito dell’articolazione.
In queste fasi di degenerazione articolare si determina anche l’usura dell’osso sottocartilagineo che diventa sclerotico e soggetto a cedimenti strutturali
Prof. Ferdinando Priano
Specialista in Ortopedia e traumatologia
professore università di Genova
Buongiorno prof.vorrei sapere se sono davvero a rischio e a dovere fare acido ialuronico al ginocchio esito risonanza magnetica. Meniscectomia parziale del menisco interno con apprezzabilita anche all’indagine del corno posteriore corpo esplorabile dove attualmente concomitano discreti fenomeni reattivi perimiscali Aspetti condropatici del comparto femoro tibiale interno senza peraltro attuali alterazioni della componente rossa sub condrale dei capi articolari contrapposti meniscosidel menisco esterno senza concomitanti disconuita marginali Nella norma i legamenti crociati e le restanti componenti legamentose Millimetrica distensione della borsa di scorrimento del gastrocnemico Semimembranoso senza attuali versamenti articolari. ? Rotula in asse nella norma il tendine rotuleo e quadricipide , in questo periodo da circa 2 settimane i farmaci anno solo alleviato ma non devo camminarci .e ho forte mal di schiena discopatia la prego mi dica cosa posdo fare grazie di cuore x la sua attenzione. Lavinia ho 66 anni.e sono dinamica
Lei non deve aver timore a fare acido ialuronico come terapia ai problemi del suo ginocchio, in quanto il trattamento con questa medical device costituisce una delle basi di terapia reale dell’invecchiamento del ginocchio attraverso i meccanismi della viscosupplementazione che sono caratteristici di questa sostanza. Anzi costituisce elemento vincente trattare con ac. ialuronico a scopo preventivo le condropatie e le sofferenze articolari del ginocchio
Prof. Ferdinando Priano
Specialista in Ortopedia e traumatologia
professore università di Genova